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Cultura       Pubblicata il
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'Mater et Filius' di Miguel Gomez a Lucera


Descrizione

'Mater et Filius' di Miguel Gomez a Lucera

Nell'ambito degli eventi di Notti Sacre 2016", Il 12 agosto si apre il secondo evento di "Notti Sacre 2016" nella Diocesi di Lucera-Troia, alle ore 20.30 nel Palazzo vescovile di Lucera, si aprirà "Mater et Filius" mostra personale di Miguel Gomez, interverranno Mons. Luigi Tommasone direttore del Museo Diocesano di Lucera, Dott.ssa Giuliana Colucci, Preside del Liceo Artistico "Sacro Cuore" di Cerignola, moderatrice Cinzia del Corral, vice presidente Federico II Eventi. La mostra rimarrà aperta il 12 agosto dalle 20.30 alle 24.00, il 14 agosto dalle 21.00 alle 24.00, il 16 agosto tutta la mattinata, mercoledì, sabato, domenica dalle 10.30 alle 12.30 fino al 31 agosto
Miguel Gomez nasce a Wiesloch (Germania) nel 1962. Già da piccolo conosce e frequenta gli atelier di Pablo Picasso e Bernard Buffet. Ma è l’incontro con Salvador Dalì che segnerà definitivamente la strada di Miguel Gomez, avvicinandolo all’arte in tutte le sue forme ed espressioni. Frequenta il liceo artistico a Bari e a 19 anni, per circa un anno, gira l’Europa come artista di strada. Rientra in Italia e frequenta l’Accademia di Torino. Dal 1987 al 1994 si dedica all’incisione collaborando con artisti quali Emilio Greco, Aligi Sassu, Renzo Vespignani, Enrico Baj. Dal 1994 si dedica alla ricerca di nuove espressioni artistiche e dal 2009, oltre che con la pittura, Miguel Gomez si esprime attraverso la body art, la performance art, la video art e installazioni. Nel 2013 collabora, producendo un video art e performance per l’artista Vincenzo Lo Sasso (artista che fatto parte della factory di Andy Warhol) partecipando con un video art “The creature of birth and sorrow, alla mostra “I fiori dell’aglio” e con una performance “Naked time” alla mostra , sempre di Lo Sasso, “Mater il futuro I love my ghost” nei Sassi di Matera. Sempre nel 2013 collabora con una sua performance di body art alla mostra antologica del M° William Tode, ultimo artista vivente del gruppo dei neorealisti ed ex direttore dell’ufficio studi del museo degli Uffizi. Il studio/Atelier è situato in una chiesa del 1600, Santa Teresa dei Maschi, nel borgo antico di Bari. Gomez ha esposto a: Freiburg, Karlsruhe, Heidelberg, Amsterdam, New York, Sidney, Parigi, Roma, Atene, Bari, Matera, Cerignola, Policoro, Ascoli Satriano, Pazin (Croazia), Buje (Croazia), Parma, Deagu- Korea del Sud.
“Mater et Filius” di Miguel Gomez

Non si sfugge dall’immediato impatto emotivo che provocano le opere del Maestro Miguel Gomez.
I dipinti di questa raccolta dal titolo “Mater et Filius” rappresentano in concreto un viaggio personale dell’artista nel complicato rapporto avuto con la mamma persa pochi mesi fa. Gomez non parla mai direttamente di sé ma traspone il volto della Madre Celeste con la propria e di sé piccolo con il Bambinello ed il Cristo crocifisso. Le opere riescono ad esprime contemporaneamente sentimenti opposti, struggenti, delicati, dolci, mai tristi ma sempre ricchi di speranza. Questa dialettica si evidenzia in tutte le sue opere, si percepisce già dall’uso del colore rosso, un rosso che esprime pathos ma nessuna aggressività, piuttosto abbandono, accoglienza. Sono opere bellissime, occorre osservarle con attenzione nulla è lasciato al caso: il braccio del bimbo intorno alla madre esprime una tenerezza infinita, oppure la madre che stringe a sé la sua creatura, avvolgendola, amandola, proteggendola, quasi si percepisce il movimento del cullare, nessuna possessività ma un amore sconfinato, disinteressato. E il pargolo si abbandona fiducioso, rilassato, ma con i piedini pronto a sgambettare e a “fuggire” via e percorrere le strade della propria esistenza. Splendido, ma scuote l’animo in profondità, il modo in cui la Donna, Madre, abbraccia i piedi della Croce, sembra in realtà che stia abbracciando il figlio e voglia consolarlo, proteggerlo comunque, anche di fronte all’ineluttabile. Inquieta l’opera del Cristo crocifisso, la commozione è immediata, ma Egli è sospeso, innalzato, con le braccia aperte in attesa di rialzarsi, di riabbracciare, di ricongiungersi. Miguel Gomez è un grande artista che con la bellezze delle forme, dei volti, l’equilibrio tra spazi pieni e vuoti, piani e fondi, luci ed ombre, esprime la bellezza della vita.
L’arte di Gomez è far sì che la tenerezza e la speranza non soccombano al dolore della vita.
Giuliana Colucci

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