Spazio disponibile banner disponibile banner disponibile banner disponibile




News       Pubblicata il
NEWS


Legge editoria, il voto del consiglio per sconfiggere i gattopardi




Legge editoria, il voto del consiglio per sconfiggere i gattopardi

Legge editoria, il voto del consiglio per sconfiggere i gattopardi
La Puglia continua ad essere tra le poche Regioni italiane a non prevedere interventi in favore dell’informazione, ma soprattutto a sostegno dell’occupazione giornalistica e delle imprese editoriali, alle prese con la grave crisi del settore.
Chi non vuole la legge è a favore della precarietà, dello sfruttamento lavorativo che non tiene conto del contratto nazionale giornalistico, della mancata formazione dei giornalisti, costretti a lavorare in condizioni d’incertezza e mancanza di adeguate risorse.
Per questo spero che nella prossima seduta, il Consiglio regionale approvi la legge sull'editoria. Lo faccia per senso di responsabilità nei confronti del settore, che da tempo soffre una profonda crisi. Lo faccia mettendosi al passo di altre Regioni, come Piemonte, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, per citarne alcune.
Faccio fatica a capire le motivazioni che spingono a rimandare l’approvazione di una legge, che il settore ci chiede da tempo, e che rischia di essere ancora più penalizzato dalla gestione dei fondi da parte del ministero delle Finanze, con eventuali gravi conseguenze per l’informazione locale, quella che è garanzia del pluralismo nell’informazione. Non a caso la legge interviene in maniera organica e omogenea, prevedendo interventi, come la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, la formazione, l’ammodernamento tecnologico, da tempo richiesti proprio dagli editori e dalle associazioni di categoria.
I gattopardi dell’editoria, vogliono lasciare tutto com’è, così da continuare ad esercitare la loro supremazia nel settore e mantenere i giornalisti nel precariato e nella dequalificazione professionale.
Non si può rimanere ostaggio di chi tenta di condizionare i lavori del Consiglio per mantenere posizioni di egemonia nel settore, minando il pluralismo dell’informazione e il diritto dei giornalisti ad avere una paga e una formazione adeguata al loro importante lavoro, che è tutela della democrazia e della libertà di stampa e opinioni.
Mi auguro che i sindacati di categoria, l’Ordine dei giornalisti, le associazioni degli editori facciano ancora una volta sentire la loro voce, chiara e forte, per svegliare i consiglieri regionali dal loro torpore e approvare una legge che non è una elargizione, ma il riconoscimento del lavoro giornalistico, secondo le regole contrattuali e il rispetto della dignità dei lavoratori.

Torna indietro
Stampa
powered by: mediaweb graphic
APRI »