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Nonneta: memorie da un letto in-fermo




Nonneta: memorie da un letto in-fermo

Nonneta: memorie da un letto in-fermo

La storia vera di Ida diventa film con Paolo Sponzilli.
Unica data a Lucera:sabato 18 agosto a San Pasquale la proiezione.
Sabato 18 agosto a Lucera si terrà la proiezione di 'Nonneta, memorie da un letto infermo', il film di Paolo Sponzilli tratto dalla storia vera di una donna lucerina.
L'appuntamento è di sera a San Pasquale (in Villa Comunale a Lucera). Il cortometraggio è stato inserito nel cartellone artistico di Corti in Opera, il Festival dei cortometraggi realizzato con il sostegno della Regione Puglia e organizzato dal Cineteatro dell’Opera, con il patrocinio della Provincia di Foggia e del Comune di Lucera.
La trama, il messaggio, le dichiarazioni del regista I ricordi di una felicità che fanno male, che calciano di continuo lo stomaco. Ogni gioia passata che inizia a prenderti a schiaffi mentre il dolore del suo ricordo ti lega ogni parte del corpo non permettendoti di reagire. La sofferenza di quelle botte ma il desiderio spudorato di continuare a sentirle. Il desiderio di continuare spudoratamente e per sempre lo strazio di quell'ultimo pugno, di quell'ultimo schiaffo, di quell'ultimo ricordo, di quell'ultimo pezzo di vita vicino a chi ami.
Ancora per un'altra volta.
La morte è così. Ti presenta in un secondo tutti i frammenti di felicità della tua esistenza, ma non come un bel film. Te li scaraventa addosso come pietre. Finchè senti quelle pietre, lo sai che vivi. Perciò vorresti continuare a sentirle per sempre.
Ida, malata terminale di cancro alle ossa, dolente e sfinita, pietrificata a letto dalla sofferenza ha la forza di mettere da parte la pesantezza della malattia e il dolore della consapevolezza, di correre con il suo genio lungo ogni giorno di quei suoi 80 anni, prendere le cose essenziali e sognare: vuole alzarsi dal letto e toccare con i piedi per terra per l'ultima volta.
Vuole coronare questo sogno chiedendo aiuto al nipote Paolo che, durante la degenza della nonna presso il centro Redaelli di Milano, si attacca letteralmente alla donna, provando a “non farla andare via”, in quanto rappresenta per lui l’ultimo frammento di una famiglia scandita dalla separazione dei suoi genitori Vincenzo e Lucia.
Tra desideri mai espressi e zelo sociale, solo la condizione di chi non ha più nulla da perdere permette di abbattere qualsiasi filtro ed esplicare le proprie volontà fino in fondo.
Trasmette questo Ida in soli 13 minuti di cortometraggio, che si lasciano guardare col fiato sospeso.
Nonneta è una storia vera: “Ho voluto realizzare questo cortometraggio per ricordare entrambe le mie nonne, descrivendo la situazione di malata terminale occorsa solo a una delle due, ma facendo una crasi delle loro vite. “Ida” è il nome reale della sorella di mia nonna Maria, la promessa sposa di quello che poi divenne mio nonno, morta per tubercolosi a un mese dalle nozze con (forse) l’uomo della sua vita. Per lunghi tratti ho pensato che nonna Maria avesse vissuto l’esistenza di un’altra persona e che alla fine, ci avesse espresso rammarico e distacco da tutto il suo passato impostole. Non è stato così.
Per nonna Antonietta, realmente degente ad un Hospice per oltre due mesi, c’è stata invece nell’ultima fase della sua corsa una vera e propria presa di posizione, un diktat, un “adesso decido io”, dopo un percorso fatto di sofferenza e sottomissione. Non aveva più zelo, più remore nell’esprimere le sue volontà. Mandava via chi non le interessa e teneva vicina a se solo chi l’aveva avuta a cuore. Il nipote, la nuora, la Fede.
Per lei la vita coniugale era stata una inattesa mediocrità”.
Lo dichiara proprio il regista di Nonneta, Paolo Sponzilli, milanese dalle origini lucerine, oggi regista emergente del panorama del cinema italiano. Il cortometraggio ha partecipato a diversi festival ed ha puntato sin da subito al David di Donatello e alla piattaforma Rai Cinema Channel. Il lavoro- Prince Production, d'anno 2018- vuole essere legato agli Hospice e utilizzato anche come momento ‘formativo’ all’interno degli stessi. Per questo è prevista una diffusione in tal senso.
Nonneta racchiude un messaggio forte, emozioni precise e introduce nello spettatore riflessioni importanti e sul senso della vita. Commuove, spiazza, zittisce. Il regista riesce a far questo utilizzando un ritmo molto vario e battute di spirito, con protagonisti forti, contrastanti nel loro essere, pur caratterizzati tutti dalla paura di rimanere soli.
(c.s.)

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