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"La fuga in Puglia di Celestino V°" di Vincenzo D'Errico allo SpazioOff di San Severo


Descrizione

"La fuga in Puglia di Celestino V°" di Vincenzo D'Errico allo SpazioOff di San Severo

Lo SpazioOff di San Severo ha ospitato la presentazione del libro del giornalista Vincenzo D’Errico “La fuga in Puglia di Celestino V” (Aracne Editrice), con introduzione di MaurizioTardio, dedicato alle vicende drammatiche vissute da Celestino dopo le sua dimissioni dal Soglio di Pietro. L’incontro, moderato dalla giornalista Daniela Corfiati, ha visto la partecipazione, oltre all’autore, anche della docente e studiosa Teresa Maria Rauzino. Durante l’incontro Paola Marino ha letto alcuni brani del libro. Il libro narra aspetti poco conosciuti della vita del monaco molisano divenuto Papa e poi dimessosi. I paesaggi del Gargano sono il filo conduttore del libro. È per i suoi sentieri che Celestino tenta di fuggire agli sgherri del suo successore, Bonifacio VIII. Il nuovo papa teme che Celestino, tornato ad essere semplice frate, possa ritirare le dimissioni, invalidando la sua elezione. Per questo il vecchio eremita deve essere neutralizzato. Ne ordina la cattura, aiutato dal re di Napoli. Celestino lascia gli eremi in cui ha trascorso una vita e fugge con destinazione la Grecia, dall’altra parte del mare, al sicuro dal papa e dal re di Napoli. Aiutato dai membri del suo Ordine, innanzitutto i frati del monastero di Apricena, Celestino attraversa i boschi, i prati, le valli del Gargano in direzione Vieste, dove lo attende un vascello che lo porterà sull’altro lato dell’Adriatico. A Vieste, invece, un violento nubifragio costringe l’imbarcazione a tornare indietro. Per Celestino è un segno del destino. Non prosegue la fuga, ma attende che gli uomini di Bonifacio lo vengano ad arrestare.
Il libro di D’Errico ripercorre proprio le ultime settimane da uomo libero del monaco che fu papa, affannato e incredulo dal dover scappare proprio dalla Chiesa cui ha dedicato tutta una vita. Scrive Maurizio Tardio nell’introduzione: “La vicenda di Celestino V non è vicenda di un rifiuto, ma è la consapevolezza di una incapacità a gestire situazioni complesse. Pare un insegnamento per moderni governanti che, al contrario del papa semplice, cercano il potere e lo gestiscono con troppa faciloneria”.
Il testo, arricchito da una robusta appendice, si chiude con una forte suggestione.
“Il corpo di Pietro da Morrone, rivestito degli abiti pontificali e della stola donata da Benedetto XVI, è conservato a L’Aquila, nella “sua” chiesa di Santa Maria di Collemaggio. Il mare del Gargano e la spiaggia di Vieste conservano, invece, il suo ultimo sguardo da uomo libero”.


(E.B.)

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