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Politica       Pubblicata il
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Emanuele Losapio incontra la stampa dopo un anno di silenzio


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Emanuele Losapio incontra la stampa dopo un anno di silenzio

«DAL TAR, UNA SENTENZA INFONDATAMENTE PUNITIVA E CARENTE DI MOTIVAZIONI»

«Se avessi immaginato quel che sto passando in quest'ultimo anno, probabilmente neppure mi sarei candidato, ma ora è tempo di pensare alla città». Dopo la sentenza del Tar, che ha ribadito lo scioglimento del Comune di Trinitapoli del 31 marzo scorso, Emanuele Losapio torna a parlare alla stampa ed ai cittadini. Era in silenzio da quasi un anno, durante il quale si è frattanto insediata la Commissione prefettizia alla guida della città casalina. Nella sala convegni dell'hotel Airone, con l'ex sindaco questa mattina, anche l'avvocato Pasquale Rinaldi e tutti i componenti della maggioranza.

«È una sentenza che lascia molto rammarico – ha osservato il legale di Losapio – : è carente dal punto di vista motivazionale, infarcita di dati errati raccolti ed evidenziati dalla Commissione.
L'amministrazione Losapio è sempre stata trasparente e chiara, in contrasto documentato verso l'illegalità». Più che prevenzione, per Rinaldi lo scioglimento è stato una «punizione» di un'amministrazione eletta democraticamente pochi mesi prima, «senza evidenze di illegittimità né illiceità». Losapio paga una continuità col passato, senza che neppure nel passato si siano riscontrati elementi rilevanti: «Il Tar pare non abbia esaminato le tesi difensive e mai c'è stato un contraddittorio: questo è un forte limite del 143 del Tuel, che va ripensato».

«La statistica non era favorevole, lo sapevamo – ammette l'ex sindaco Losapio – . Ma abbiamo almeno preso visione delle carte nel fascicolo di scioglimento: il paradosso è che nessuno degli amministratori di maggioranza è inserito in procedimenti penali e lo abbiamo verificato, mentre sono parte delle indagini alcuni dei soggetti che hanno originato tutto con denunce rivelatesi sempre infondate». Nel ricorso al Tar Lazio, Losapio ha raccontato e documentato, circa 130 pagine e 240 allegati, una verità diversa da quella sommariamente rappresentata dalla Prefettura: «Per questo valuteremo il ricorso al Consiglio di Stato – conclude – . Trinitapoli ora deve ricostruire il dibattito politico. I singoli contano meno, quel che vale di più è una visione, un programma premiato dagli elettori che in noi hanno visto una reale prospettiva di crescita e sviluppo».

(c.s.)

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