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Nuovo Codice degli appalti, un successo il dibattito al Formedil




Nuovo Codice degli appalti, un successo il dibattito al Formedil

Nuovo Codice degli appalti, un successo il dibattito al Formedil

Professionisti e operatori: «Sì alla semplificazione della norma, ma non bisogna esagerare»
Gremita la sala auditorium del Formedil in occasione del seminario sul nuovo Codice degli appalti, “luci e ombre” della nuova legislazione in materia di edilizia pubblica e privata che ha visto la presenza di qualificati esperti, iniziativa organizzata da Ance Foggia, dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Foggia, in collaborazione con il Formedil, l’ente scuola edile della provincia di Foggia, la Cassa Edile di Capitanata ed il Gruppo Giovani di Ance Foggia.
Il seminario è stato introdotto dagli indirizzi di saluto dell’ingegner Angelo Domenico Perrini presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli ingegneri, l’arch. Giuseppe clemente presidente del Formedil di Foggia e del Geom. Giovanni Zanasi presidente di Ance Giovani.
Illuminante la relazione introduttiva svolta dall’avvocato Francesca Ottavi, direttore legislazione opere pubbliche Ance nazionale: «Il nuovo Codice degli appalti «ridefinisce la figura dell’illecito professionale - ha spiegato - reintroduce lo schema di revisione prezzi, a lungo relegata nei contratti post Covid, introduce il subappalto a cascata con il rafforzamento delle modalità di contenzioso alternative.
E contro la burocrazia difensiva - aggiunge - viene fatto salva il principio di conservazione del sinallagma contrattuale in caso di controversie». Una disciplina da valutare a approfondire, questo il concetto emerso al termine di quasi tre ore di relazioni e di dibattito che ne è seguito. Argomento che «richiederà un approfondimento da parte dei tecnici - ha annunciato il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Stefano Torraco - organizzeremo a tal proposito un corso per sviluppare i temi emersi anche da questa discussione».
Pareri non tutti concordi, luci e ombre appunto. «Il richiamo alla fiducia nei confronti dei professionisti - ha detto il presidente di Ance, Ivano Chierici - restituisce un clima di serenità in uno schema caratterizzato da sospetti e maldicenze. È stata però introdotta la responsabilità di firma, aspetto sul quale sarebbe necessario un approfondimento. Ance nazionale aveva chiesto un po’ di
tempo per ragionarci sopra al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ma così non è stato. Ci auguriamo - ha concluso Chierici - che si possano realizzare a Foggia progetti come l’Urban center, base di partenza per avviare un dialogo costruttivo tra i tecnici e l’amministrazione comunale proprio su questo genere di regolamentazioni». «L’elemento positivo - rileva Angelo Domenico Perrini presidente consiglio nazionale ingegneri - è nel codice auto-applicativo. Quello che andrà in pensione a breve presentava difficoltà pratiche. L’aspetto discutibile è nella estensione dell’appalto integrato (l’affidamento della progettazione e dell’esecuzione dei lavori allo stesso operatore economico: ndr)». Michele Lapenna, Rete delle protezioni pubbliche del Gruppo di lavoro “Lavori pubblici”: «Questo nuovo codice nasce con i principi ispiratori di un Parlamento decaduto e da un governo che non c’è più (Draghi: ndr), le osservazioni da noi espresse non sono state recepite dal governo. La riflessione è su chi fa le leggi in questo paese e qual è il ruolo dei portatori di interesse. Questo codice marginalizza inoltre i professionisti, non vengono definiti e competenze tra le stazioni appaltanti.
Sarebbe necessario intervenire con dei correttivi, il nuovo codice è carente nella parte regolamentare. E poi va detto che su 77 componenti del gruppo di lavoro che ha elaborato il codice, forse solo due hanno avuto a che fare con dei progetti». «Questa legge - ha concluso Arturo Cancrini, titolare dell’omonimo studio legale in Roma - è passata sopra la testa della gente, il problema è delle stazioni appaltanti. In un sistema che funziona il progettista dovrebbe essere esterno all’amministrazione e l’impresa esecutrice che realizza il progetto esecutivo. Il blocco della firma - ha concluso Cancrini - ha caratterizzato questo settore, l’eliminazione della colpa grave lasciando solo il dolo ha permesso ai responsabili del procedimento di andare avanti senza correre il rischio di essere perseguito per una firma. Questa norma viene cancellata dal nuovo codice, sono molto preoccupato».

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