
ATOMICA SUL CONCLAVE.
MONSIGNOR SCHNEIDER: "IL NUOVO PONTEFICE CONDANNI GLI ERRORI DI BERGOGLIO".
Mercoledi 7 maggio 133 cardinali si riuniranno per eleggere il successore di Papa Francesco. L' elezione si preannuncia tutt'altro che facile. Gli occhi del mondo puntati sul Conclave più importante della storia della Chiesa. Dichiarazioni di fuoco del prelato kazaco.
di Giuseppe Zingarelli
Ben 51 cardinali europei, 18 africani, 17 del Sud America, 4 dell'Australia, 16 del Nord America, 23 dell'Asia, 4 del centro America. Una composizione davvero mondialista. Sono i 133 porporati che il prossimo 7 maggio entreranno nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco. Mentre il cardinale Giovanni Angelo Becciu conferma di voler rispettare pienamente la volontà di Bergoglio di non entrare in Conclave a causa della condanna riportata dalla giustizia vaticana, frode e puculato, condanna, come si ricorderà, legata ad un investimento immobiliare speculativo, l'acquisto e la successiva vendita di un palazzo sito in Sloane Avenue a Londra, alla vigilia del Conclave si registrano le dichiarazioni di fuoco esternate in Kazakistan dal vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana, Monsignor Athanasius Schneider, noto per le sue ferme posizioni conservatrici in materia di dottrina cattolica e della Messa tradizionale: "Il prossimo Papa non solo dovrà abrogare e condannare gli errori promulgati da Papa Francesco ma, al contempo, dovrà anche emanare un decreto ufficiale di abrogazione e di condanna dei documenti e di tutte le espressioni di Bergoglio che nel corso del suo Pontificato hanno palesemente contraddetto e distorto l'insegnamento cattolico". Monsignor Schneider ha inoltre affermato l'assoluta necessità di intervenire in tal senso, spiegando che il nuovo Pontefice sarà, in un certo senso, "obbligato" ad emettere una professione di fede che elenchi le dottrine ambigue emanate da Francesco, riaffermando in tal modo la vera dottrina cattolica. Il prelato kazaco ha rimarcato che gli errori più gravi commessi dal Pontefice di Buenos Aires nel corso del suo ultradecennale Pontificato, 12 anni, sono contenuti in Fiducia Supplicans e 'Amoris Laetitia'. Monsignor Schneider, dal canto suo, qualche tempo fa, aveva inoltre espressamente e personalmente richiesto a Bergoglio di ritirare i testi che contraddicevano e distorcevano non soltanto la fede cristiana, ma tutto il Vangelo, al punto da aver formulato una specifica preghiera attraverso la quale invocava l'intervento del Signore e l'intercessione della Santa Vergine affinchè il Cielo inviasse santi Papi sul soglio di Pietro. Anche il cardinale tedesco, Gerard Ludwig Muller, che porta in eredità la visione dogmatica di Papa Benedetto XVI, in piena sintonia con le dichiarazioni di Monsignor Schneider, qualche tempo fa aveva più volte ribadito che "Fiducia Supplicans" andava totalmente riscritta nel rispetto della teologia e della dottrina. La Chiesa conservatrice si scagliò apertamente contro 'Fiducia Supplicans', di cui fu autore il braccio destro di Papa Francesco, il Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, cardinal Manuel Victor Fernandez. Proprio il cardinal Fernandez, tentando di ammorbidire contestazioni e polemiche, specificò che le coppie gay potevano essere si benedette, ma solo per pochi secondi. Ciò alimentò ulteriormente ilarità, perplessità e palesi opposizioni nei confronti del Pontefice sudamericano. 'Fiducia Supplicans' è il titolo di una Dichiarazione del Dicastero per la Fede pubblicata il 18 dicembre 2023 ed approvata da Papa Francesco, che trattava del significato pastorale della benedizione, in particolare di quelle rivolte alle coppie irregolari o alle coppie formate da persone dello stesso sesso, sottolineando che tali benedizioni non sono però un atto di approvazione di una unione, ma solo espressione di accoglienza pastorale e di preghiera, da considerarsi pertanto non in contesto di rito nuziale. In altre parole, Papa Francesco, attraverso 'Fiducia Supplicans', offriva alle coppie gay un nuovo spazio, una nuova apertura pastorale per l'incontro con Dio e per essere benedette dall'Eterno Padre. Molte autorità religiose dissentirono dall'approvazione di Bergoglio. I vescovi dello Zambia e dell'Ungheria si rifiutarono apertamente di obbedire a Papa Francesco, alla stregua dei vescovi dell'Ucraina. In aperto dissenso furono anche i vescovi della Chiesa polacca e i vescovi della Chiesa greco-cattolica guidata da Monsignor Sviatoslav Shevchuk, nonchè l'Arcivescovo di Montevideo, Uruguay, il cardinale Daniel Sturla, il vescovo di Bayonne, Francia, Monsignor Mare Aillet e il vescovo della diocesi brasiliana di Formosa, Monsignor Adair Josè Guimaraes. Si opposero anche la Confraternita del Clero d'Inghilterra, degli Stati Uniti e dell'Australia e la Prelatura territoriale di Moyobamba, in Perù. Il cardinale Fridlin Ambongo Besungu e il vescovo della Costa d'Avorio, Jeann-Pierre Kutwa, chiesero ufficialmente di sospendere ogni benedizione alle coppie lgbtqia+. Anche il cardinale Robert Sarah, con rammarico e sconcerto disapprovò 'Fiducia Supplicans'. 'Amoris Laetitia', invece, è una esternazione apostolica del 2016 dove si afferma che, entro una situazione oggettiva di peccato che non sia nè colpevole nè piena, si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare ed anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l'aiuto della Chiesa. In altre parole, l'esortazione di Bergoglio, incentrata sull'amore nella famiglia, fa riferimento all'amore che cerca di trovare un equilibrio tra il riconoscimento della bellezza della famiglia fondata e costruita sul matrimonio indissolubile e la realtà della fragilità che alcune persone vivono, come i divorziati risposati. Papa Francesco, a riguardo, incoraggiava i pastori a discernere le situazioni concrete e a garantire che le persone in difficoltà fossero accolte e sostenute senza per questo dover rinunciare alla dottrina della Chiesa sul matrimonio. Lo stesso cardinale Muller, di recente, ha espresso viva preoccuazione per un possibile scisma qualora la Chiesa non dovesse riuscire ad integrare le diverse anime presenti al suo interno in un momento storico delicato e difficilissimo come quello che stiamo vivendo, dove nuove sfide hanno già innescato grandissimi mutamenti epocali. In un quadro di ormai ridefinite alleanze che ha già rimodellato le relazioni internazionali e rifisionomizzato la nuova geopoliica mondiale potrebbe anche delinearsi un inevitabile scontro campale tra la Chiesa innovatrice e progressista e la Chiesa conservatrice. Le divergenze teologiche e dottrinali che ne deriverebbero provocherebbero una divisione insanabile tra le due Chiese le cui visioni antitetiche, contrapposte, inconciliabili ed incompatibili, minerebbero irrimediabilmente l'unità della Chiesa stessa, poichè senza la Chiesa conservatrice tutta la dottrina è manipolabile e riscrivibile.