Giovannino Stroppa: la vittoria della competenza e dell'umiltà
Un po’ presto per i commenti post promozione?! Forse. Ma la storia di Giovannino Stroppa al Foggia, partita sotto il solleone, e in un circo dove i leoni erano pronti a sbranarlo, era partita freddamente. Le “vedovelle” di De Zerbi erano tante e bramose di “sangue” fresco. Molte di queste, domenica inneggiavano, sotto il palco dei festeggiamenti per la promozione, il nome del tecnico rossonero. Certo, è ancora tempo di far festa, ma l’opacità del carattere subdolo di un gruppo ben nutrito di “gufi”, che pur d’aver ragione sono stati capaci di tifare anche contro la propria squadra, pur di non essere sconfessati da un cambio d’allenatore che osteggiavano perché non era lo “scintillante” De Zerbi, va sottolineato subito. Perché una vittoria di tali dimensioni a due giornate dal termine, con il rischio di pareggiare il record del Cittadella per le vittorie conseguite consecutivamente in serie “C”, potrebbe far perdere, improvvisamente, la memoria a qualcuno, che vorrebbe che ciò avvenisse!
Se c’è un vincitore, nei fatti, ma soprattutto morale, quello è Giovannino Stroppa. Ritrovatosi a gestire una squadra voluta e costruita dal suo predecessore. Ma soprattutto ostacolato nel suo lavoro, senza un senso, nonostante tutti sapessero il perché del divorzio fra De Zerbi e Società, da un movimento trasversale che probabilmente amava più l’ex tecnico che il Foggia stesso. Dunque, è giusto, dare grande merito anche ai Sannella e Curci, che hanno mantenuto la “barra al centro”, nonostante le pressioni di un ambiente che voleva che la Società tornasse sui propri passi, per ricucire un rapporto ormai rotto già dalla stagione precedente.
Per ogni gara, il solito gruppo di “competenti” e “orfani”, ognuno sulle proprie chat, era li pronto a catechizzare le scelte di Stroppa o a criticare il gioco poco fantasioso. E il Foggia nel frattempo vinceva. Tant’è che qualcuno, ad un certo punto, si era preoccupato, quando si accorse che le “vedovelle” erano già salite sul carro del vincitore, e improvvisamente Stroppa era diventato il “santo salvatore”. “Vuoi vedere che mo’ questi portano male?”. Questo si chiedevano terrorizzati i veri tifosi del Foggia. Ma al di là delle battute, la verità è che in questa città soffocata da tanti problemi, ed oggi anche al limite del default economico, il Foggia si trasformi in un barlume di speranza per una partecipazione massiccia della nostra gente, non solo alla promozione della propria squadra, ma alla vita civile.
Per il Foggia ora si apre una nuova stagione. Stroppa? Staremo a vedere. La strada non è semplice, e le “Sirene” del Nord cantano forti per il tecnico lombardo.
Chiaramente è partito il totoallenatore. Qualcuno paventa un ritorno di De Zerbi; chi vorrebbe Delio Rossi, foggiano d’adozione. Noi nel contempo continueremo a sperare che Giovannino Stroppa rinnovi, perché questa promozione è soprattutto la sua e meriterebbe una grande chance con i colori rossoneri.
Ora è tempo di festa, lasciamo dunque che la nostra gente se la godi in tutta tranquillità e lasciamo aperto il “carro”, così che possano salire anche i convinti dell’ultim’ora: chi è retto non ha nulla da temere.