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L'editoriale




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E' ora di dire basta

In questi ultimi anni la professione di giornalista (che non è un hobby) è sempre più bistrattata da troppi soggetti a cominciare dalla politica e per finire alle istituzioni, passando dagli editori.
Nella nostra Costituzione nella parte dedicata ai Diritti e Doveri dei cittadini troviamo l'articolo 21 che recita:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".
Quindi la ratio legis di questo articolo è tutelare la libertà di espressione e di pensiero che sta alla base del pluralismo ideologico moderno e dello Stato di diritto.
Bellissime parole che, purtroppo, ultimamente vengono sempre più disattese a cominciare da chi dovrebbe tutelarla e favorirla. Tanti si ergono a difesa della libera informazione che, solo nella enunciazione, dovrebbe essere libera e pluralista, ma, stiamo assistendo a continui attacchi in tutte le forme e i modi contro chi vuole raccontare e far conoscere ai cittadini, troppo spesso ignari o condizionati dai famosi social, che sempre più sono Antisocial, gli accadimenti quotidiani della propria città e non solo.
Un giornale regionale rischia la chiusura, le televisioni locali e non solo, sono sempre più in crisi, stessa sorte per testate più piccole e sitiweb, che per la carente raccolta pubblicitaria non riescono ad andare avanti, a tutto questo si aggiunge il taglio di ossigeno da parte dello Stato che ha ridotto e forse eliminerà del tutto, il sostegno del contributo a chi da voce al territorio.
Insomma in tutto questo marasma, purtroppo, si aggiungono soggetti politici, associazioni e singoli "personaggi", che pur di apparire o di pubblicizzare le proprie idee, facendole passare per sacrosante "verità", cercano in tutti i modi di screditare chi vuol raccontare quello che accade nel mondo.
Il giornalismo, o meglio chi cerca di essere GIORNALISTA, è sempre più condizionato, in primis, da editori che hanno altri interessi, poi dalla politica (sei amico solo se scrivi pro e non contro) ed infine, nostro malgrado, dalla sempre più carenza di lavoro.
Difficile, veramente difficile, svolgere un lavoro che viene ostacolato in ogni forma e, oggi ancor più, con l'uso dell'intimidazione, del condizionamento e della minaccia.
A tutto questo bisogna mettere fine.
E' ora di dire basta a chi cerca di screditare il lavoro di chi ci mette passione, tempo e onestà, da ora in poi bisogna tutelarsi in ogni forma ed utilizzare ogni opportuna azione, anche giudiziaria, a tutela della propria immagine e onorabilità.
(A.B.)

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