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Pubblicato il "fantomatico" decreto sul dimensionamento




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Pubblicato il "fantomatico" decreto sul dimensionamento

FINALMENTE PUBBLICATO UFFICIALMENTE IL “FANTOMATICO” DECRETO INTERMINISTERIALE SUL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO: SI CONFERMA LA SOPPRESSIONE DI BEN 58 SCUOLE IN PUGLIA NEL 2024


Le Regioni, a seguito del mancato accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, in applicazione di un D.I., ( n. 127 del 30 giugno 2023 contenente i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi) mai reso pubblico ( in quanto in attesa di registrazione da parte della Corte dei Conti), hanno comunque proceduto a pubblicare gli atti di indirizzo per il dimensionamento della rete scolastico per il trienneio 2024/2025- 2025/2026-2026/2027 .
Gli effetti di tali atti si faranno sentire in particolare per l’a.s. 2024/2025 con la soppressione delle autonomie di ben 546 scuole, per poi, nel 2027, essere ridotte di ben 698 con larga prevalenza delle scuole autonome soppresse nel Sud.
Nel decreto interministeriale del 30 giugno 2023, vengono stabiliti i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la distribuzione tra le regioni, tenendo conto del parametro della popolazione scolastica regionale indicato per la riforma 1.3 prevista dalla missione 4, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché della necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche prevedendo forme di compensazione interregionale.
Per l’anno scolastico 2024/2025, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi non può essere superiore a quello determinato mediante l’applicazione dell’articolo 19, commi 5 e 5-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, secondo i quali è assegnato un dirigente scolastico (DS) con incarico a tempo indeterminato e un direttore dei servizi generali ed amministrativi (DSGA) in via esclusiva solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche).
Il numero di sedi scolastiche attivabili annualmente in ogni Regione è determinato utilizzando come coefficienti di calcolo i seguenti valori, relativi al numero di alunni:
- per l’anno scolastico 2024-2025: 961
- per l’anno scolastico 2025-2026: 949
- per l’anno scolastico 2026-2027: 938
Il suggerimento contenuto nel PNRR va dunque in una direzione esattamente opposta a quanto si sta tentando di fare: al termine del prossimo triennio le 8.007 istituzioni scolastiche esistenti nel corrente anno scolastico, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7.309. Saranno dunque soppresse ben 698 unità scolastiche, pari all’8,8% di quelle attualmente esistenti, con pesantissime ripercussioni sul sistema scolastico: oltre al taglio netto di circa 1.400 posti tra dirigenti scolastici e DSGA, si registreranno perdite di organico tra il personale ATA e tra i docenti, un notevole aumento della complessità organizzativa (in ordine al numero di sedi e comuni a cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi) prevedibili difficoltà di gestione dell’offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud, che la logica del PNRR invece avrebbe dovuto maggiormente tutelare e soprattutto in regioni in cui la percentuale dei tagli raggiunge punte elevatissime: del 16% in Campania, 18% in Sardegna e 22% in Calabria e addirittura il 24% in Basilicata.
Alcune Regioni, come la Puglia, hanno impugnato innanzi alla Corte Costituzionale la legge finanziaria 2023 che, per l’appunto, ha previsto un “nuovo taglio” delle scuole autonome(falsamente il Ministro Valditara ha dichiarato che riguardavano solo le scuole prive di dirigente scolastico).
Come si diceva non essendo stato raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni sull’applicazione delle norme contenute nella legge finanziaria 2023, il Ministero dell’Istruzione e dell’Economia hanno proceduro “motu proprio” a definire il numero di scuole autonome da sopprimere con il D.I. del 30 giugno 2023.
E’ notizia “fresca di questa mattina” l’intenzione della Regione Puglia (meglio tardi che mai…), come ha annunciato l’assessore regionale Sebastiano Leo, di impugnare anche il D.I, appena reso pubblico.
Si ricorda che il piano regionale prevede un drastico taglio del numero di scuole che in Puglia passerebbero da 627 a 569, con la conseguente riduzione di 58 autonomie, per il solo anno 2024/2025.
L’Assessore Leo pur ribandendo che il documento di programmazione costituisce una proposta tecnica da discutere con i territori e i sindacati, ha però aggiunto che occorre avviare riflessioni finalizzate ad evitare tagli e accorpamenti unilaterali, scenario a cui si andrebbe incontro in caso di sconfitta alla Consulta e relativo commissariamento della Regione da parte del Governo.
Se così fosse, almeno a sentire L’Assessore Leo, l’atto costituirebbe una mera base di confronto della comunità scolastica e territoriale, che deve portare alla costituzione di tavoli tecnici da parte dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane finalizzati ad una pianificazione razionale dell’assetto scolastico condivisa con i territori e rispettosa delle norme, ma non necessariamente al conseguimento del taglio delle dirigenze imposto dal Ministero.
Le OO.SS., dal canto loro (con l’eccezione della Associazione Nazionale Presidi, di cui appresso si dirà) hanno ribadito di lasciare in vita quante più autonomie possibili e di intervenire laddove sia proprio strettamente necessario.
Ovviamente, la “lobby” di taluni dirigenti rappresentata dalla ANP (interessati ad occupare incarichi di dirigenza degli uffici provinciali per “fare carriera” su posti per i quali non hanno mai fatto un concorso ed ottenuto nomine a “sfondo politico” e di “appartenenza politica”), si è dissociata da tali iniziative ED HA CONFERMATO DI ESSERE FAVOREVOLE ALLA SOPPRESSIONE DELLE SCUOLE AUTONOME NON IN LINEA CON I PARAMETRI FISSATI DAL D.I..
La predetta organizzazione/lobby giustifica il suo “pensiero egoistico” con il fatto che in base alle nuove norme, le scuole intese come non auonome , rimarranno fisicamente dove sono e funzioneranno, ciò che cambia, sempre a loro avviso, è il solo fatto che il D.S. e il dsga dovranno amministrare scuole più grandi.
Una conclusione “semplicistica” ed “egoista”, in quanto interessata a far guadagnare più “soldi” ai propri iscritti (come se non bastassero gli aumenti ricevuti a discapito di chi effettivamente lavora nella scuola, dai docenti al personale ata), in virtù di una popolazione di alunni maggiore.
Insomma, un sindacato “giallo” appiattito sull’attuale governo da cui ha ricevuto aumenti di stipendio e promesse di nuovi incarichi quali dirigenti degli uffici provinciali e dirigenti tecnici !
Questa associazione dimentica, innanzi tutto, che le scuole sovradimensionate sono un vulnus per l’erogazione del servizio scolastico e mettono a rischio proprio la qualità dell’insegnamento e della guida, che pur dovrebbe offrire, il dirigente scolastico.
Dimentica la predetta “associazione- lobby” , che difende “interessi di bottega”, che è contradditorio parlare di superamento delle povertà educative e dei gap sociali e poi tagliare sulla scuola, la presenza della scuola con la guida diregenziale (quando fatta bene, e il più delle volte è così) è elemento essenziale per contrastare la dispersione scolastica e le povertà. La scuola non può essere valutata “a numeri” ma vista sul piano sociale, strada per strada, quartiere per quartiere, con estrema passione e amore di quello che si ha davanti. Ogni intervento sulla scuola, fatto ormai solo di tagli, impoverisce l’istruzione e il servizio scolastico.
Dimentica, il sindacato “lobby”, che l’accorpamento non è solo “risparmiare su posti di dirigente scolastico (cosa ne pensano quei docenti che stanno frequentando i corsi di preparazione al concorso presso la predetta organizzazione pseudo sindacale ?) e direttore amministrativi, ma vuole dire anche perdita di posti di docenti e personale ata, vuol dire considerare la scuola sotto l’aspetto “numerico” e non dal punto di vista sociale. Ha senso tutto questo, quando si dice che la scuola deve “presidiare sul piano educativo e formativo” il territorio ? Ha senso tutto questo se si chiede alla scuola di contrastare i gravi fatti accaduti a Caivano e in generale nel nostro paese ? Anp ha senso quello che affermate ? Ha senso schierarsi con norme che mirano al solo risparmio e che vi chiedono di aderire per avere più prebende per voi?
Quello che sorprende, ritornando alla nostra REGIONE PUGLIA, sta comunque nel fatto che a seguito della proposizione del ricorso innanzi alla Corte Costituzionale, ha comunque proceduto a dettare le norme di indirizzo per la soppressione per l’a.s. 2024/2025 di ben 58 scuole per il solo anno 2024.
Eppure, la Regione ben avrebbe potuto, come ha fatto la TOSCANA, per esempio, confermare l’attuale assetto scolastico in virtù sia del fatto che era stato proposto ricorso innanzia alla Corte, ma anche in considerazione che il D.I. che stabilisce il numero di scuole da sopprimere, al momento della delibera regionale, non era stato ufficializzato perchè manchevole del visto della Corte dei Conti.
Tale provvedimento, solo nella giornata del 14 settembre, è stato ufficializzato dal Ministero, ed ecco che, muovendosi in anticipo, la Toscana, che pure vede ridursi le scuole nel suo territorio di sole 14 scuole, aveva per tempo impugnato anche tale provvedimento “ufficioso” e, come sottolineato, ha sì emanato l’atto di indirizzo (per non essere commissariata) ma ha lasciato inalterato il numero attuale di istituzioni scolastiche.
Ora, finalmente, apprendiamo con piacere, che la Regione vuole associarsi alla Toscana per impugnare anche il D.I., del 30 giugno, e ne siamo contenti, speriamo solo che non “si chiuda la stalla quando i buoi sono fuggiti”


(fonte FLP Scuola Foggia)

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