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La Sveva Pallacanestro Lucera cacciata dal Palasport.




La Sveva Pallacanestro Lucera cacciata dal Palasport.

La Sveva Pallacanestro Lucera cacciata dal Palasport.

L’ ennesima storia lucerina in cui a perdere sono tutti.

Alle ore 12:00 del 24 aprile 2024, la Sveva Pallacanestro Lucera, per mano del presidente Luca Maglia, ha consegnato le chiavi del Palasport comunale.
Lo ha fatto in modo composto, dignitoso, perché nella vita, come nello sport, ci vuole disciplina: le battaglie legali vanno ingaggiate e affrontate dinanzi agli organi di giustizia, quella stessa giustizia che ci ha condotto per mano, grazie alla determinazione, alla forza e alla capacità di due grandi professioniste, che ringraziamo pubblicamente -Avv. Ilde Follieri prima e Avv. Elisa De Maso poi- sino alla fine di un campionato interregionale che in un contesto di serenità e normalità avrebbe visto la squadra conseguire risultati ancora più prestigiosi. Abbiamo dato il massimo in una situazione di grande instabilità, anche emotiva.
Cosa resta, a fine campionato, di questa triste vicenda? Rimangono la forza e la possibilità di poter dimostrare a chiunque, ovunque, mediante atti pubblici e documenti, che oggi il Comune di Lucera avrebbe incassato tutte le somme richieste alla società, se solo avesse voluto.
Il Comune ha preferito agire d’imperio, unilateralmente, in modo cieco.
Ha preferito spendere anziché incassare: decidere di pagare decine di migliaia di euro ad un avvocato anziché recuperare entrate patrimoniali mettendo la società nella condizione di pagare ha un senso? Risponde ad una logica?
La richiesta di rateizzazione della Sveva è agli atti del protocollo del Comune di Lucera. E’ datata 21.12.2023.
In quella stessa data veniva firmata la prima ordinanza di sgombero ingiunto alla società. Perché?
Il Comune, da questa storia, ha maturato costi per oltre 15.000 euro tra compensi al suo avvocato difensore e spese di soccombenza del giudizio dinanzi al TAR, a fronte di una minima possibilità di compensazione con le spese dovute dalla Sveva per la declaratoria di incompetenza pronunciata dal Tribunale Ordinario di Foggia, che ha ritenuto, contro la stessa convinzione del Comune di Lucera, che la questione vada devoluta alla cognizione del TAR.
Oggi, dunque, il merito della vicenda attende di essere deciso. Attende di essere giudicato e valutato dalla magistratura.
E verrà giudicato e valutato l’intero agire amministrativo perché, carte alla mano, questa è un’amministrazione capace di smentire se stessa, di scrivere tutto e il contrario di tutto. Qualcosa di incredibile.
Ad oggi, cosa ci ha guadagnato il Comune di Lucera in tutta questa storia? Niente.
A quale scopo tanto accanimento? Non è dato sapere.
Il Palazzetto ora è “vuoto”.
Dov’è il bando? Dov’è la promozione dello sport e dove il perseguimento dell’interesse collettivo nell’uso della struttura? Da nessuna parte.
Il campo da gioco è la metafora della vita: ti vede compiere sforzi, lottare per un risultato, rialzarti dopo una caduta. Nel campo si consumano e si alternano soddisfazioni e delusioni, si vive l’ aggregazione ma si può sperimentare la solitudine. Come nella vita.
Lo sport t’insegna che un verdetto va accettato, che se incontri qualcun altro più forte di te, ti devi inchinare e riconoscere il suo valore.
Ma la nostra non è una sconfitta e di fronte non abbiamo alcun merito da riconoscere.
Questa è una storia assurda, piena di logiche incomprensibili.
E’ una storia anche difficile da raccontare ma che racconteremo mettendoci la faccia. E la firma.

(c.s.)

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