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Grazie ad Irfip i giovani pasticcieri crescono e lavorano


Grazie ad Irfip i giovani pasticcieri crescono e lavorano

Il Palazzo Ducale di Pietramontecorvino, nella sua monumentalità, ha funto da corona ideale e da spazio contenitivo per il convegno di chiusura al corso di formazione professionale per pasticciere ideato, progettato e realizzato dal centro di formazione Istituto religioso di Formazione e Istruzione Professionale di Pietra. Quantomai ricco il parterre dei relatori e dei partecipanti che hanno preso parte al momento conclusivo di un percorso per la qualificazione professionale di elevato spessore. A fare gli onori di casa Arturo Antonio Trotta coordinatore di Irfip: “Porgo i saluti del nostro presidente don Raffaele Antonacci e ringrazio i relatori, in particolare i maestri pasticcieri, che pur in un periodo di particolare impegno per la categoria con le diverse cerimonie in calendario a chiusura del periodo primaverile, non hanno mancato di intervenire. Abbiamo compreso quanto sia omogenea, ahinoi, la carta delle doglianze che attraversa il Sistema-Paese. Per questo abbiamo seguito, come in passato, gli utenti-corsisti nel cammino di crescita della persona nelle future vesti di operatore della pasticceria, grazie ai formatori, soprattutto a chi ci ha raggiunto da fuori regione per rispondere al nostro invito. Ringrazio chiunque ha reso possibile tutto questo”. A seguire la relazione di Marco Sbarra, progettista dell’attività corsuale, che ha voluto ragionare sul senso di una giornata, quella del 26 maggio, dedicata allo ‘Slow Food Day’. Camminiamo su gambe fresche e ci muoviamo sulle direttive del turismo e della gastronomia. ‘Cuoco della gastronomia tipica’ fu, questo, il primo corso da noi tenuto nel 2005 con la presenza di uno chef del calibro di Peppe Zullo. Ci siamo dirottati, con il lavoro e col tempo, sulla pasticceria artigianale. Oggi la nostra realtà vanta cinque dipendenti a tempo indeterminato, diversi collaboratori a progetto che si occupano, tra l’altro, dell’apertura e della gestione del Palazzo Ducale. Attenzioni specifiche sono state dedicate alle dinamiche culturali e ai minori in obbligo scolastico o formativo, oltre alle dinamiche culturali ‘tout court’. Il balzo in avanti, il salto di qualità, può venire dai corsi a pagamento e dalle partnership che ne possono derivare, operando accanto a figure di spicco del territorio, in sinergia con le Istituzioni e le associazioni di categoria, come la Confcommercio. Si è compreso, ancora una volta, che la professionalità e la qualità figurano tra gli elementi più richiesti dal mercato del lavoro. Abbiamo realizzato un ricettario sulla tradizione culinaria pugliese, in 3mila copie, utilizzato come strumento di cultura e di marketing e curato dal dottor Guido Pensato e dal professor Russo. Un primo passo verso la conoscenza della cultura enogastronomica regionale, magari, in un percorso di auto-finanziamento da parte di imprese, privati e semplici cittadini-gastronauti. Particolarmente partecipi Salvatore Taronno responsabile della Condotta Slow Food di Foggia e dei Monti Dauni, il giornalista e moderatore Micky De Finis, il meridionalista Guido Pensato e amministratori quali l’Assessore provinciale alle Politiche Attive del Lavoro Leonardo Lallo e il Sindaco di Pietra Saverio Lamarucciola, a dir poco entusiasti si sono detti gli chef della cucina dolciaria. Antonio Lalla (Presidente Federazione Pasticcieri Pugliesi): “Vanno ringraziati, uno per uno, i promotori e gli attuatori del progetto e del programma di interventi che lo ha accompagnato. Mettere a disposizione del consumatore finale un prodotto, come nel mio caso, legato alla banchettistica salata è stato e resta il movente principale del nostro mestiere. L’ignoranza, in ogni ambito intesa, costa più del sapere e va contrastata con iniziative finalizzate all’ingresso e al reingresso nel mercato lavorativo soprattutto per le persone occupate e inoccupate.” Matteo Giovanni Papagno (Responsabile Formazione FePaP): “Diverse sono state le tappe che hanno scandito la conoscenza dell’occupazione lavorativa: dal laboratorio alla terminologia settoriale, dalla conoscenza delle materie prime, alla manualità e alla competenza nei dosaggi. Conoscere e conservare il prodotto, utilizzare l’ingredientistica adeguata, prepararsi alla vita di laboratorio, può essere sacrificante ma rappresenta anche e soprattutto, un valido strumento per migliorare se stessi nel lavoro in cui ci si intende cimentare. Un ringraziamento va all’Irfip per la capacità organizzativa dimostrata.” E se lo dicono gli addetti ai lavori non rimane che credergli. Anche alla luce del fatto che, almeno quattro frequentanti il corso in arte pasticcera, hanno preso a lavorare presso ditte del comparto a lezioni appena concluse. Un successo che ha il sapore della ciliegina sulla torta.

Costantino Montuori

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